L’Europa dopo il vertice di Versailles

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creinoanzitutto una solidarietà di fatto.”
Dichiarazione Schuman – 9 Maggio 1950
L’Europa in costruzione
Ricordando l’ex Presidente del Parlamento David Sassoli il quale, durante una manifestazione a Firenze, affermò che l’Europa è un cantiere e quando i lavori saranno conclusi si scoprirà quant’è bello sentirsi italiani senza lo spirito nazionalista che fa sentire separato, diverso e diviso dagli altri.
Uno spartiacque o uno shock, recentemente, è stato sicuramente la pandemia da Covid-19. Essa è stata decisiva per continuare quel processo di integrazione europea che stava in fase di stallo. L’Unione Europea, nel 2020, non aveva nessuna competenza in materie sanitarie ed in particolar modo sul vaccino.
I paesi membri, sempre nel 2020, decisero che l’UE dovesse assumere il ruolo di coordinatore per la gestione della pandemia per evitare sia che i singoli Stati andassero in ordine sparso sia una concorrenza interna per il vaccino. A dare maggiore impulso alle istituzioni europee per fronteggiare la crisi sanitaria e socio- economica scatenata dal Covid-19 fu la presentazione al Parlamento europeo del piano Next Generation UE, dal valore di 750 miliardi di euro, dalla Presidente della Commissione UE Von der Leyer che rappresentò una risposta comune ad una crisi economica e sanitaria senza precedenti.
Ad oggi lo scenario è cambiato. La questione ucraina pone all’UE in una situazione difficile per via della vicinanza dello scontro armato tra le forze ucraine e le forze russe, ma soprattutto per la gestione dei profughi e della dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia.
Gli attori principali rimangono USA, Russia e Cina, ma questa situazione potrebbe essere un altro shock per fare in modo che l’Unione Europea vada ancora più spedita nell’ambizioso progetto dell’integrazione dei Paesi. Tant’è vero che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha accelerato alcuni processi di portata storica per l’Unione europea.
I 27 leader europei, nelle giornate del 10 e 11 marzo hanno discusso e siglato la Dichiarazione di Versailles, un documento che rappresenta le modalità con cui si cerca di rafforzare la sovranità europea, riduzione delle dipendenze e implementazione di un nuovo modello di crescita e investimento. Essa contiene due linee di azione: difesa e la riduzione della dipendenza energetica. L’argomento centrale è la costituzione di un fronte di difesa europeo comune, con significativi investimenti militari da parte dei singoli Paesi membri.
Nelle settimane scorse già alcuni Paesi dell’UE avevano preso decisioni particolari, come per esempio la Germania, la quale ha investito cifre da record per la difesa, portando la spesa militare al di sopra del 2% del PIL come richiesto dagli accordiNATO.
Il progetto della difesa comune è in discussione da dicembre 2021. Dopo lo scoppio della crisi in Afghanistan, l’Europa si è trovata impreparata nei confronti di scenari internazionali instabili. Evidentemente la guerra di aggressione della Russia ha segnato un cambiamento importante.
Con la Dichiarazione i leader europei, inoltre, hanno invitato la Commissione di coordinarsi con l’agenzia europea per la difesa per inoltrare, entro maggio, un’analisi dei divari degli investimenti nel comparto della difesa e proporre eventuali iniziative per la difesa industriale europea a base tecnologica. La prossima Bussola strategica fornirà una guida per l’azione per rendere l’Unione europea più forte e un più capace fornitore di sicurezza. La strada presa è anche in funzione alle sfide che stanno emergendo come proteggere dalla guerra ibrida sempre più crescente e rafforzare il settore cyber dalla disinformazione.
Lo strategic Compass
L’Europa aveva già compiuto dei piccoli passi in avanti con l’integrazione nella difesa con la task force TAKUBA nel Mali e nel Niger con SETAF-AF. Con lo scenario attuale la prospettiva è quella di potenziare la capacità dell’Europa di dispiegare missioni CSDP (The Common Security and Defence Policy) per agire tempestivamente e per prevenire conflitti.
La bussola strategica si prefigge di garantire la sicurezza dell’Europa e anche consentirle di svolgere un ruolo da global player e da security provider. La nuova Bussola Strategica (Strategic Compass) è un documento importante per definire la capacità dell’Unione Europea, attraverso l’implementazione di una visione comune tra gli approcci strategici, allineando le ambizioni dell’UE alle sue capacità militari e identificando le nuove minacce e coordinandosi con gli obiettivi NATO per rispondere alla crisi esterne. In un contesto internazionale caratterizzato da instabilità e conflitti in alcune regioni strategiche del pianeta, lo strumento mira a fare in modo che l’UE possa svolgere un ruolo da attore principale in Mediterraneo orientale, in Libia, nel Mali e in Bielorussia.
La bussola strategica che guiderà l’ambizione dell’UE nel comparto della difesa iniziò nel novembre del 2016 per definire la strategia globale dell’UE. Tale discorso è stato ripreso poi nel 2020 per la gestione di crisi e la sua definizione procede parallelamente con l’entrata in vigore del Fondo Europeo per la Difesa (EDF).
RePowerEu: indipendenza energetica dalla Russia nel 2027
I 27 capi di Governo, con la Dichiarazione chiedono inoltre alla Commissione un paino per fronteggiare la dipendenza energetica dell’Europa. La Presidentessa della Commissione al termine del vertice ha aggiunto che proporrà entro maggio una proposta per il piano “RePowerEu” per uscire dalla dipendenza dalla Russia entro il 2027.
L’Europa nel contesto internazionale
Mentre i Paesi Europei sono inglobati nelle discussioni riguardanti la questione ucraina in ambito NATO, gli Stati Uniti mantengo attivi canali per comunicare con le altre superpotenze e provano ad accelerare per trovare una soluzione alla crisi andando a stanare Pechino dalle ambigue posizioni mantenute finora. Nei giorni scorsi, a Roma, il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan e Yang Jiechi, responsabile della politica estera del Comitato centrale comunista, si sono incontrati in un albergo della Capitale italiana per venire a capo sulla questione ucraina viste le notizie su una presunta richiesta di aiuto giunta a Pechino dalla Russia.
I cinesi continuano a definire le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Europa come illegali, ma non hanno fatto passi in avanti per aiutare la Russia. Yang. All’indomani dell’incontro, non ha fatto altro che ribadire che “tutte le parti dovrebbero esercitare la massima moderazione, proteggere i civili e prevenire una crisi umanitaria su larga scala” e aggiunge che dovrebbero essere affrontate tutte le preoccupazioni delle parti in causa.
Sullivan avverte la Cina, per gli USA lo scopo dell’incontro era esprimere in modo chiaro alla Cina le preoccupazioni su un loro coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Qualsiasi tipo di aiuto a Mosca comporterà implicazioni. La Cina mirerebbe ad un bilanciamento geopolitico, ovvero non incolpare la Russia e cercare di lavorare con l’occidente.
Pechino potrà vedere anche il dialogo con gli Stati Uniti come una causa persa, ma mantenere una porta aperte significherebbe mantenere l’Europa amica. Ad oggi per il governo di Pechino è chiaro che il blocco occidentale è solido e, cosa più importante è rimasto unito allo scoppio della guerra e agisce insieme alle sanzioni contro la Russia. La Cina ha bisogno di stabilità per continuare la sua crescita, ma l’economia del dragone dipende in buona parte dal dollaro.
Nel 2021 gli scambi tra la Cina e la Russia hanno toccato i 146.88 miliardi di dollari, ma l’economia russa non è nella top 10 dei partner commerciali cinesi, e sa benissimo che l’isolamento non porterebbe a nulla di buono. Grazie all’import-export, l’economia di Pechino è cresciuta considerando che, sempre nel 2021 lo scambio con l’UE è stato di 828 miliardi e di 756 con gli USA. La Cina ha bisogno di un’economia che non sia interrotta da conflitti e soprattutto non può rinunciare ai brevetti degli americani in campo tecnologico e dei semiconduttori.
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