La missione dell’Italia

Durante la storia dell’Italia, fondamentale è stata la sua presenza nel Mediterraneo. Dai romani alle Repubbliche Marinare, il Bel Paese è sempre stato centro dei traffici commerciali rendendolo “ponte” tra oriente e occidente e tra l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente. Con il conflitto in Ucraina, il Mediterraneo è di nuovo un punto strategico e fondamentale in cui diverse potenze cercano le proprie zone esclusive e aree di influenza per determinare un nuovo equilibrio anche nelle nostre acque. La missione dell’Italia è quella di affermare una sua influenza per l’Unione Europea e per la Nato.
Situazione europea attuale
L’Unione Europea è un’alleanza politico-economica e solo da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, sta iniziando a disegnare infrastrutture comuni di sicurezza e di difesa. Ma c’è da sottolineare che l’Europa ha una mancanza di una struttura di comando comune e la mancanza di capacità militari a disposizione dell’UE.
D’altra parte, la NATO è guidata dagli Stati Uniti, che conta su numeri grossi in termine di risorse e strutture nelle forze armate rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona.
Nel contesto europeo il tema della guerra, della Russia e del come gestire i confini del vecchio continente, vede una certa frammentazione di intenti sugli obiettivi e su come. Se i Paesi dell’est Europa sono più propensi ad armare l’Ucraina e cercare come sconfiggere la Russia di Putin, i Paesi dell’Europa occidentale sono più morbidi e sono più propensi a cercare un dialogo.
La frammentazione è dovuta anche ad un modus operandi perché l’UE tende ad essere lenta di fronte alle crisi a causa dell’unanimità nelle scelte, metodo che richiede molto tempo per far convergere i 27 su una posizione. Di certo con la vicenda del “Price Cap” è un qualcosa che va verso un’altra direzione, perché il tetto al prezzo del gas ha visto l’astensione di Olanda e Austria e il voto contrario dell’Ungheria. Quest’ultima è l’unica in Europa che, faceva parte del Patto di Varsavia e, rispetto ai Paesi dell’ex blocco sovietico ha posizioni diverse rispetto alla Russia e sulla guerra in Ucraina.
L’importanza del Mediterraneo nel contesto Europeo
Il Mediterraneo è un mare chiuso che collega diverse realtà. Nel susseguirsi dei secoli si sono viste diverse potenze contendersi questo mare per via della sua funzione strategica. Con l’apertura del canale di Suez il Mediterraneo è diventato un mare che collega l’oceano Indo-Pacifico con l’Oceano Atlantico.
Negli ultimi tempi i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno designato una ZEE (Zona Economica Esclusiva), nella quale il mare viene identificato come se fosse un pezzo di terra con confini da proteggere. In questo mare le attività di ricerca delle diverse potenze hanno rilevato anche zone ricche di Gas che è una risorsa fondamentale per:
- Autonomia strategica energetica;
- Limitare l’importazione;
- Lanciarsi nella creazione di zone di influenza.
Un punto fondamentale del Mediterraneo è quello che oggi viene chiamato “lo Stretto di Sicilia”, tra la Sicilia, appunto, e la Tunisia. In questo stretto vi è il passaggio fondamentale di circa 10 mila navi al giorno che transitano per l’intero Mediterraneo Un punto strategico per i traffici commerciali, ma anche per motivi difensivi. Da parte statunitense il Mediterraneo è l’anticamera dell’oceano Atlantico, cortile di casa degli Stati Uniti. La presenza americana, con la competizione nell’oceano Pacifico con la Cina, ha affievolito la sua attenzione.
La Russia dal canto suo ha sempre cercato di dare fastidio in questo mare, soprattutto adesso dove vede lo stretto dei Dardanelli chiuso per via della guerra con l’Ucraina e, cerca in tutti i modi una via per i suoi prodotti e vie strategiche attraverso il mare, considerando anche il fatto che il mar Baltico è diventato un mare circondato da Paesi Nato, dopo la richiesta di adesione di Svezia e Finlandia.
Il Mediterraneo e l’Italia
L’Italia nella sua storia ha sempre avuto un ruolo nel Mediterraneo. Con Roma controllava tutto il Mare Nostrum, con le Repubbliche Marine ha avuto una sua influenza fino al ’700, dove aveva un controllo del Mediterraneo centrale. Dal ‘700 in poi altri attori hanno preso il suo posto, infatti quando nacque il Regno d’Italia e poi la Repubblica Italiana non ha avuto modo di essere presente in maniera decisiva nelle acque di casa sua per varie ragioni.
Durante la guerra fredda la Marina Militare italiana ha supportato quella americana nel controllo delle acque del Mediterraneo e col tempo ha aumentato le sue capacità tecniche e il suo ruolo nei mari. Oggi con la guerra in Ucraina il Mediterraneo è diventato un mare caldo di tensioni. La marina russa ha solcato e solca tutt’ora per segnalarci la sua presenza.
La forte competizione tra USA e Cina nel Indo-Pacifico sta portando l’attenzione americana a diminuire le sue strutture nel Mediterraneo per potenziare la sua presenza nel Pacifico.
In questo contesto gli USA vogliano che l’Italia sia più protagonista nel mare di casa sua. Perché l’Italia? L’Italia a differenza delle altre potenze sembrerebbe quella più affidabile. La Francia nonostante sia una Paese dell’UE e della Nato, pare che, dal punto di vista americano, abbia diverse velleità. Mentre la Turchia non sembrerebbe essere un alleato fidato per le sue mire espansionistiche che la porta ad assumere toni abbastanza duri con Paesi dell’euro-zona e alleati Nato.
In Italia, oltretutto, gioca un ruolo fondamentale la Sicilia. L’isola italiana è situata al centro del Mediterraneo, dove vi è uno stretto fondamentale per i traffici commerciali, e anche perché in Sicilia è installata il MUOS (sistema di comunicazione e intelligence USA nel mondo) a Niscemi e altre due basi militari USA a Sigonella e Pantelleria.
Dal punto di vista qualitativo, la Marina Italiana è una delle prime in Europa grazie anche ad una notevole forza aereo – navale. Ciò che è mancato negli anni è una visione geopolitica e strategica, infatti su questo solo nel 2021 il Parlamento italiano ha deliberato per una ZEE, ma che ci vorrà ancora del tempo per realizzarla.
Inoltre il Mediterraneo è fondamentale perché l’Italia è un Paese povero materia prime, ma ha un grande export. Se i due stretti venissero chiusi sarebbe un duro colpo all’economia italiana.
Il discorso di fine anno del Presidente Mattarella non a cosa si concentra sulla posizione italiana nello scacchiere internazionale, tracciando anche un percorso prioritario dell’agenda estera italiana, ovvero quella mediterranea e al fronte meridionale, della stessa UE e Nato. In quel discorso il Presidente della Repubblica ha parlato del rapporto privilegiato con l’Africa, un’area che non guarda solo alla sponda settentrionale del continente, ma descrive il concetto di Mediterraneo allargato, al Sahel, al Corno d’Africa, al Mar Rosso, al Medio Oriente, fino anche al Mar Nero.
Attori stranieri, tra alleati e competitor
Essere presenti nel Mediterraneo per l’Italia significa anche entrare in un’area di gioco di tutte le grandi potenze: USA, Russia e Cina in primis, ma senza dimenticare le potenze europee, la Turchia ed i Paesi del Nord Africa.
L’Italia se vuole riuscire in questo intento di emergere come potenza del Mediterraneo deve guardare alla Francia come alleata, con la quale abbiamo un rapporto privilegiato e il Memorandum d’intesa ha rafforzato i legami su molti dossier in Tunisia e in Libia e altro.
L’Algeria è un altro Paese che cerca di emergere e con cui l’Italia ha diversi accordi commerciali. Quello più importante è quello del gas, infatti ora Algeri è il principale fornitore di gas liquido. Ma l’Algeria ha una velleità espansionistica con la quale rivendica zone di mare in prossimità della Sardegna. Ricordiamo pure che l’Algeria compra e usa armi e mezzi di difesa russi.
La Turchia è un altro attore nel Mediterraneo e competitor per Roma. In Libia si è stazionata nella Tripolitania vicino allo stretto di Sicilia con l’intenzione di rimanerci e soprattutto cercando di essere determinate in un Paese che vive nel caos da diversi anni per instabilità politica, togliendo l’Italia dalla luce dei riflettori. I suoi accordi di esplorazione con la Libia, vicino le acque di Creta, le ha portato tensioni con Atene e Parigi.
Un altro Paese competitor sarà la Russia, la quale cerca influenza e basi di appoggio per le sue navi. Per ora le sue basi sono in Tartus (Siria) e Port Sudan, nel Sudan, nel Corno d’Africa, posizione strategica per i traffici tra il Mediterraneo e l’Indo-Pacifico.
La Cina è già presente in Grecia e nei Balcani usando la mossa del debito. Quest’area, per i cinesi, è importante per il grande progetto della Via della Seta.
La missione dell’Italia è delicata ma allo stesso tempo offre opportunità di sviluppo per il Sud del Paese che potrebbe essere fondamentale per i traffici commerciali, ma anche per iniziare a guardare seriamente il Mediterraneo, come Italia e come Europa.
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