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La nuova globalizzazione: quale futuro per gli organi internazionali?

Unione Europea | 0 commenti

Dopo la seconda guerra mondiale il mondo ha vissuto un periodo di ricostruzione e pace che ha permesso a molti Paesi di svilupparsi e migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. La nascita di organi internazionali come l’Onu e il GATT hanno stimolato la creazione delle condizioni per evitare il rischio di conflitto tra le nazioni. Ma cosa fare quando le organizzazioni internazionali non riescono più a far valere il proprio peso sulle questioni mondiali?

Dopo la seconda guerra mondiale il mondo ha vissuto un periodo di ricostruzione dove la necessità di superare gli orrori della distruzione del conflitto porta molti governi a cambiare approccio nelle relazioni internazionali. Nel 1945 a San Francisco nasce l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) con lo scopo di promuovere la pace e la cooperazione fra i popoli. Nel 1947 viene fondato il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), un organo nato sulla convinzione che un sistema aperto in cui beni e servizi posso essere scambiati sia molto meglio di un sistema dove i Paesi adottino politiche protezionistiche. Lo scopo del GATT ero quello di garantire una crescita degli Stati e dei cittadini che ne fanno parte con la liberalizzazione dei scambi, usando la logica che una maggiore interazione e interdipendenza economica fra i membri avrebbe ridotto i rischi di conflitto.

Infatti dal 1950 il tasso di crescita del commercio mondiale è aumentato ad un ritmo di circa 6% l’anno, portando il valore degli scambi internazionali da 84 miliardi di dollari nel 1953 a 15 trilioni di dollari nel 2006. L’aumento del commercio ha determinato un periodo storico che viene definito dagli storici “Golden Age”, un periodo roseo per lo sviluppo economico e sociale dei Paesi aderenti al sistema, soprattutto a quelli occidentali.

Il ruolo svolto da queste organizzazioni ha prodotto negli anni delle norme internazionali che hanno concorso a stimolare e sostenere un sistema non discriminatorio e reciproco.

Negli ultimi anni, purtroppo, stiamo assistendo ad una crisi profonda di un sistema di globalizzazione che non regge più. Ci sono state occasioni dove il diritto internazionale non è riuscito a impedire una via alternativa al confronto bellico tra Paesi. La Guerra in Ucraina, la crisi in Medio-Oriente, le azioni di sabotaggio alla libera navigazione nel Mar Rosso sono esempi recenti di come le organizzazioni internazionali non riescano più a far valere il proprio peso sulla scena mondiale.

Un fenomeno che l’Onu non riesce più a governare con le singole nazioni è la questione dei migranti. Molto spesso si assiste in Europa a capi di partito o esponenti di governo protestare contro lo sbarco di migranti salvati dalle Ong. In Italia ha fatto molto discutere il caso “Open Arms” dove l’attuale vicepremier ha impedito lo sbarco di 147 migranti salvati dall’Ong. Dopo anni dall’episodio, solo l’anno scorso a dicembre il tribunale ha poi assolto Salvini.

Un caso eclatante è stato anche l’attacco di Israele alle basi Unifil in Libano il 10 ottobre dell’anno scorso. Le forze armate Israeliane hanno bersagliato tre basi della missione di peace keeping dell’Onu nel sud del Libano, ferendo due soldati indonesiani. Israele era da tempo che richiedeva alle autorità Unifil di evacuare la zona per colpire le milizie di Hezbollah. Spesso i caschi blu si sono trovati in mezzo al fuoco incrociato.

Il ritorno di Trump alla Casa Binaca ha segnato, e sta segnando, la politica estera americana, la quale è molte incentrata sui dazi e sulla guerra commerciale per proteggere la produzione e manifattura interna. Tra i suoi primi ordini esecutivi si nota un disprezzo per la legge a accordi internazionali quando stabilisce tasse doganali indiscriminate su tutti i prodotti importati dai maggiori partner commerciali, Canada e Messico.

Il nuovo presidente americano usa toni molto duri anche con i suoi alleati europei quando ha ufficializzato dazi reciproci per pareggiare i conti con chi usa, secondo lui, pratiche commerciali sleali. Inoltre il presidente USA ha affermato: “che spesso gli alleati europei sono peggio dei nostri nemici” sul fronte commerciale. I dazi reciproci americani potrebbero entrare in vigore il 2 aprile secondo quanto riportato dal ministro al commercio americano Lutnick.

Un altro colpo agli organi internazionali, in particolare alla Corte dell’Aja, dall’Italia, per aver liberato il generale libico Njeem Osama Almasri Habish, nonostante il mandato di cattura internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella prigione di Mittiga, vicino Tripoli. La liberazione è avvenuta poiché la Corte d’appello di Roma ha ravvisato irregolarità nell’arresto per la mancata interlocuzione con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale. Il governo italiano ha ritenuto di liberare il generale libico rimpatriandolo in Libia con un volo di Stato per motivi di urgenza e sicurezza.

Infine l’incontro organizzato da Vox in Spagna per radunare tutti i capi delle destre estreme in Europa per delineare le strategie per mettere, ha avuto anche come tema il ruolo che ricoprono gli organi sovranazionali e internazionali che, secondo la destra europea e americana va contro gli interessi delle nazioni. Infine, il braccio destro di Trump, Musk ha lanciato ai partiti europei di destra il suo nuovo progetto, che riprende lo stesso slogan della campagna elettorale in America “Make Europe Great Again” MEGA.

Questo evento segna un cambiamento nei rapporti tra le due sponde dell’atlantico. L’Ue sarà in grado di unirsi per affrontare i problemi che le si presentano?

Trump ha già lanciato segnali su come vuole muoversi nella scena mondiale e su come vuole raggiungere accordi di pace in Ucraina ed in Medio-Oriente, ovvero senza tenere conto dell’Ue.

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